P O E S I E |
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Come un fiume - Danza, donna, il tuo destino - Atreo non è morto - Ora non ci perdiamo più tra i filari - Non ho cuore di portare alla bocca questo pane - Con ali di farfalla -
In alambicchi di sole Poesia distilla parole
La società, o figlio, è come un fiume con mille e mille gocce disuguali. C'è spazio anche per te nel suo fluire. Non esser come un tronco alla deriva che, a capriccio, si mette di traverso o una perla sepolta nel fondale o una roccia che ignora la corrente. Si' come giunco che si piega all'onda candida vela che dirige il vento faro di luce a chi non sa vedere. Non aspettar la piena o la risacca per formare con gli altri una catena, ma, pur nella bonaccia, dai la mano e assieme agli altri corri verso il mare. Lascia cadere il velo donna annega nei tuoi occhi il sole canta la nudità Ha sete di bellezza il mondo
Esci dall'ombra al mare grida la paura urla la solitudine Ha fame di verità la vita
Lascia cadere il burqa vestiti di parole alla luce danza la gioia la frenesia l'amore Danza donna il tuo destino. Poesia in memoria del piccolo Giuseppe Di Matteo ispirata da "Il Tieste" di Seneca al Teatro di Segesta
Veleggia l'aerea conchiglia Come un tappeto volante naviga a ritroso nel tempo nell'aria mite del crepuscolo nel bagliore allucinante tra le nuvole Fuma l'incenso ardono i fuochi l'arcano aleggia nell'aria Ė di scena il Mistero Il furore infernale morde il cuore lo strazia lo incendia Uccide gli dei
Nella Reggia di Tracia arde Atreo di cupa follia infuria incrudelisce geme vendetta Ai figli di Tieste cinge il capo di bende purpuree intona canti di morte con mano furente lorda il ferro di sangue
All'empio misfatto si spegne l'altare Inorridisce il cielo al pasto immondo Urla e geme Tieste La notte pietosa di tenebre vela l'atroce delitto
Sull'isola veleggia l'aerea conchiglia scopre l'abisso a Capaci la strada strozzata che vomita sangue le attorte lamiere i fiori di ferro svela la mano del mostro che strozza il bambino lo squarta nell'acido ne scioglie le tenere membra
Atreo non è morto
Pietosa nasconde la notte l'urlo di madre
Ardono i fuochi stride la carne E' di scena l'inferno
Ora non ci perdiamo più tra i filari Vespe e farfalle tessevano danze e canti d’amore tu intrecciavi per me diademi di tralci e sulle mie labbra spremevi uve mature per berle con me Erano i giorni del fuoco E il fuoco correva sui pampini lungo i filari fino al tramonto fino al greto del fiume sui campi di stoppie il lago incendiava e il mare là in fondo e bruciava le vene I papaveri erano coppe colme di sogni e le nuvole ali giganti di gabbiani imbrigliati a carri infuocati montagne castelli incantati forzieri d’oro e corallo e le vigne tappeti volanti letti di seta che fremevano al vento Dai tralci gli acini gemme dorate rosate di ambra pepite d’argento distillavano miele e la tua bocca parole più succose del mosto Erano i giorni del canto della frenesia dell’ebbrezza Io alla vampa bruciavo le ali e non sentivo dolore
Poi vennero i giorni del vuoto Le coppe rimasero nude come le ore nude come i tralci di vite Fuggirono farfalle vespe gabbiani i castelli di nuvole divennero tetri gli acini grani di nulla
Al ritorno spillasti la bottiglia migliore Il vino rosso rubino un Syrah invecchiato in cantina tinse le tue e le mie labbra e scaldò la memoria Ora non ci perdiamo più tra i filari Il fuoco lo attizziamo col vino maturato negli anni Ha dentro la tempesta i profumi del bosco l’amore e persino il dolore Ha dentro la vita E tu continui a berla con me. Traduzione in inglese Wasps and butterflies Wasps and butterflies weaved dances and songs of love you made garlands of vine branches and you squeezed ripe grapes on my lips for drinking with me.
Those were the days of fire and until the sunset the fire spread along the rows of vine leaves and the shingle bed of the river on the fields of stubbles, the lake was set on the fire, the sea, down there and burned the veines.
Poppies made cups full of dreams and the clouds made wings of sea gulls bridled to ardent carriages, mountains enchanted, castles, coffer of gold and coral and flying carpets of vines silk beds throbbing to the wind. The vine gave forth grapes, pink amber, silver nuggets distilled honey and words on your lips sweeter than must.
Later came the days of emptyness The cup remainded unfilled like the hours, bare like the vine branches. The clouds castles darkened gloomy the grape beads of nothingness.
On the way back you embibed the fine wine. The red ruby, the sirah mellowed in the cellar, coloured my lips and yours and revived our memory. Now we no longer loose ourselves among the rows of vines, we revived the fire with the wine mellowed throuch the years.
It has the storm rages within, the scent of the wood, the love and even the pain. It has the life within and you drink it with me.
Non ho cuore di portare alla bocca questo pane
Non ho cuore... di portare alla bocca questo pane, se penso a te davanti a un piatto vuoto, mentre il tuo ventre spasima di fame. Non ho cuore... se affamata una mosca ti divora se l'abisso si perde nel tuo sguardo. Non ho cuore... se la madre ti stringe come un tralcio e sulle labbra spreme il seno vizzo. Con te vorrei spezzare questo pane, con te vorrei dividere il mio vino come Cristo sanare le tue piaghe. Se penso a te che muori non ho cuore di portare alla bocca questo pane.
Ha pareti di lino la mia cella e grata di sottili filigrane d'azzurro spento che non so se è cielo Dal burqa il mondo appare così grande che non posso inquadrarlo in uno schermo ma neanche tu che mi hai chiuso dentro hai delle cose una visione chiara Non puoi vedere se amo godo rido se piango impreco grido oppure t'odio Dalla prigione tua senza confini insegui folli sogni di dominio mentre io con ali di farfalla lievi le labbra rosse come fuoco vivo gli occhi neri di rimmel e d'ombretto il fard color sangue sul mio viso volo là dove travestirsi è gioco e agli stolti si fanno gli sberleffi. |